La storia di Jigorō

La nascita del Kōdōkan Jūdō, per bimbi di 2-3 anni

C’era una volta, non tanto tempo fa, in Giappone (che è un’isola molto lontana dove le persone sono molto gentili e rispettose), un bimbo di nome Jigorō.

Jigorō era un bambino un po’ gracilino che voleva imparare a difendersi dai bulli che a scuola lo infastidivano tutti i giorni. Andò da alcuni maestri di jū-jutsu per chiedere loro di accettarlo come allievo, ma il babbo di Jigorō, Jirōsaku, era contrario. Poi Jigorō andò dall’anziano maestro Fukuda che era saggio e rispettato da tutti, e il babbo di Jigorō accettò. 

Quindi l’anziano maestro Fukuda accettò di avere Jigorō come allievo e gli insegnò a respirare bene e a stare in equilibrio. Un giorno gli disse:

La respirazione è importante. Se respiri bene, sei calmo e forte; se respiri male, sei nervoso e debole. L’equilibrio è importante. Se stai in equilibrio, sei stabile e sicuro; se perdi l’equilibrio, sei instabile e insicuro.

Respira bene e stai in equilibrio, e sarai un buon jū-jutsuka.

Poi l’anziano maestro Fukuda diventò davvero troppo vecchio per insegnare, così l’anziano maestro Iso accettò di avere Jigorō come allievo e gli insegnò ad allenarsi tutti i giorni e a non farsi trascinare dagli altri nel fare cose cattive. Un giorno gli disse:

L’allenamento è importante. Se ti alleni tutti i giorni, sei in forma e preparato; se non ti alleni, sei fuori forma e impreparato. La scelta è importante. Se scegli bene, sei onesto e giusto; se scegli male, sei disonesto e ingiusto.

Allenati tutti i giorni e scegli bene, e sarai un buon jū-jutsuka.

Poi anche il maestro Iso diventò troppo vecchio per insegnare, così l’anziano maestro Iikubo accettò di avere Jigorō come allievo e gli insegnò a rispettare gli antenati e a collaborare tutti insieme. Un giorno gli disse:

Gli antenati sono importanti. Se rispetti gli antenati, sei grato e umile; se non rispetti gli antenati, sei ingrato e arrogante. La collaborazione è importante. Se collabori con gli altri, sei amichevole e generoso; se non collabori con gli altri, sei ostile e egoista.

Rispetta gli antenati e collabora con gli altri, e sarai un buon jū-jutsuka.

Seguendo gli insegnamenti dei suoi maestri, Jigorō fu un ottimo jū-jutsuka ed ottenne le pergamene segrete dei suoi maestri, così diventò maestro lui stesso e pensò: perché non fare un jū-jutsu nuovo? Un jū-jutsu che fosse per tutti, grandi e piccoli, forti e deboli; un jū-jutsu che insegnasse a essere buoni e felici.

Così Jigorō creò il jūdō, che vuol dire “la via della gentilezza” e insegnò il jūdō a tanti ragazzi, che diventarono anche suoi amici. Il jūdō di Jigorō aveva due regole: fare le cose bene (seiryoku-zen’yō) e stare bene con gli altri (jita-kyōei).

Jigorō da adulto portò il jūdō in tutto il mondo e fu anche un insegnante che aiutò tanto il Giappone a crescere. Oggi tantissime persone in tutto il mondo lo ricordano e lo stimano per la sua saggezza e la sua bontà.

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Luca Stornaiuolo

Arbitro Nazionale Coni-Fijlkam di 1ª categoria, 4° dan di jūdō, allievo del maestro Raffaele Parlati 7° dan della Nippon Club Napoli, membro della Rappresentativa Campana dal 1999 al 2003 e di Kata dal 2008 al 2012. Diplomato al Kōdōkan di Tōkyō in jū-no-kata e Kōdōkan-goshin-jutsu. Ingegnere informatico, lavora come Senior Software Engineer. Autore del libro "Jū no Kokoro - Le mie ricerche di jūdō - Vol.1".

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