Lo scorso 18 aprile, presso il dojo A.S.D. Judo Sommacampagna (Verona) – dei maestri Doriano Cordioli 6° dan e Dario Vuerich 4° dan – si è svolto il primo “Memorial Gustavo Salardi“, che ha visto la partecipazione attiva di varie società sportive della provincia di Verona.
Questa manifestazione è stata fortemente voluta per ricordare, a più di un anno dalla scomparsa, il carismatico maestro Gustavo Salardi 7° dan precursore e diffusore del Judo in terra scaligera a partire dalla metà degli Anni Sessanta. Salardi dedicò tutta la propria vita al Judo e molti dei maestri oggi in attività – tra i quali appunto i succitati Cordioli e Vuerich – provengono direttamente dalla sua scuola, il mitico Judo Club Verona di via Basso Acquar. Durante la sua età dell’oro, questo grande dojo arrivò a contare quasi trecento iscritti, alcuni dei quali dettero prova di buone capacità agonistiche ai campionati italiani ed assoluti ed in vari trofei internazionali.
Quale modo migliore, dunque, di ricordare Gustavo Salardi se non con una manifestazione giovanile di Judo? A differenza delle competizioni ordinarie, tuttavia, questo Memorial è stato declinato sotto forma di Yakusoku-geiko, ossia “scambio di tecniche” tra due esecutori. Su due tatami – l’uno verde e l’altro rosso come da tradizione – si sono sfidate contemporaneamente due coppie di judoisti per volta, giudicate da una giuria formata da cinque cinture nere. Gli incontri dei bambini di elementari e medie duravano 1 minuto e 15 secondi mentre quelli dei ragazzi delle scuole superiori 1 minuto e mezzo.
I “piccoli” si sono confrontati con sole tecniche di tachi-waza mentre ai ragazzi era consentito anche l’uso di sutemi-waza e di tecniche al suolo (soprattutto kansetsu-waza). I criteri in base ai quali venivano valutate le esibizioni erano il controllo di uke in fase di proiezione, la pulizia del gesto da parte di tori, la varietà di tecniche utilizzate e la decisione durante loro applicazione, nonché la correttezza degli spostamenti sul tatami.
Tanti i sorrisi sui volti dei bambini e molta la concentrazione delle cinture marroni che hanno piacevolmente colpito i giudici con sutemi-waza “spettacolari” e tecniche di buon livello. È sempre un vero piacere vedere l’entusiasmo dei bimbi i quali, a prescindere dal risultato, si sono sempre stretti la mano dando autentica dimostrazione di cosa sia veramente il “Jita-kyoei”, senza malizia o secondi fini. Dopo la prima parte di incontri, c’è stata una pausa ricca di emozioni dedicata al ricordo di Gustavo Salardi, durante la quale è intervenuto il delegato provinciale Fijlkam Maurizio Piccoli e sono stati regalati a Rosetta (moglie di Gustavo) un coloratissimo mazzo di fiori ed una targa commemorativa a nome di tutto il Judo Sommacampagna.
Dopo questo intervallo la manifestazione è ripresa con le prove dei ragazzi, alcuni dei quali hanno fatto davvero sudare la giuria impegnata a dover attribuire la “vittoria” ad una coppia piuttosto che all’altra in incontri dove la differenza tecnica era molto sottile, a volte quasi impercettibile.
Nel complesso, dunque, la 5ª edizione del Trofeo di Yakusoku-geiko dell’A.S.D. Judo Sommacampagna “Memorial Gustavo Salardi” è stata un successo e tutto è andato per il meglio… L’unico rammarico, a modesto avviso di chi scrive, è stato l’assenteismo di alcuni dojo molto legati al maestro Salardi; tutti sappiamo che durante i mesi di aprile e maggio si concentrano tutte le attività conclusive dei corsi di Judo ed infatti, anche quest’anno, vi sono state in concomitanza di questo evento varie manifestazioni sportive. Tuttavia, data la particolarità dell’occasione, sembra quantomeno “strano” che alcuni maestri (che si dicono allievi di Salardi!) non siano intervenuti con i loro ragazzi. Certi insegnanti tecnici, forse, non hanno compreso il reale valore di una dimostrazione giovanile di Yakusoku-geiko, la quale mette veramente in risalto le capacità tecniche di un judoka molto meglio di quanto avviene in una competizione di shiai. È compito del maestro di Judo educare i bambini, trasmettere loro dei valori.
Facciamo in modo che l’agonismo prenda il sopravvento dai 12 anni d’età in poi… Prima lasciamo divertire i nostri piccoli atleti ed aiutiamoli ad aprire le loro menti anche tramite queste belle manifestazioni.