Eijirō Ōsaka: le mani che abbracciano il mondo

PRATO – Venerdì 5, domenica 7 e lunedì 8 marzo ho avuto la grande opportunità di partecipare agli allenamenti con i maestri Eijirō Ōsaka e Luigi Mario Moscato presso il dōjō Shirō Saigō di Prato.

Respirare per una volta l’aria del jūdō tradizionale, seppur in un clima informale, mi ha sicuramente giovato: lontano dalle logiche di potere e la bassa politica campana, una pausa di riflessione e di approfondimento erano assolutamente necessarie. Questa volta il mio aite 相手 nonché fratello Ivo non ha potuto presenziare, ma la recente prenotazione al Kōdōkan l’ha subito rincuorato…

Il maestro Ōsaka, già allievo di Kazuzo Kudo 9° dan e di Sumiyuki Kotani 10° dan, qui a Prato è un ospite illustre quanto abituale: 8° dan, oramai –data la veneranda età– in pensione, è stato docente al Doyukai, la sezione riservata agli alti gradi del Kōdōkan, ed è considerato senza timore di essere smentiti un pezzo fondamentale di quell’enorme puzzle che rappresenta la storia del Nihonden Kōdōkan Jūdō 日本伝 講道館 柔道.

Luca Stornaiuolo con Eijiro Osaka-sensei

Ciò che ho potuto carpire da questi allenamenti è che la didattica del maestro Ōsaka è incentrata fortemente sul mon-dō 問答 come sistema educativo atto a stimolare l’apprendimento attivo delle nozioni teoriche e la capacità critica dei jūdōka a tutti i livelli. Anche la domenica mattina, con un pubblico sicuramente più esperto, ha lasciato a noi la scelta dell’argomento che desideravamo approfondire. In quell’occasione è stato eletto il katame-no-kata 固の形, e le sorprese non sono affatto mancate!

Coadiuvato dal maestro Moscato, che ne interpretava ottimamente la spiegazione in giapponese, ha snocciolato tutto il kata evidenziandone i punti focali ed enfatizzando in modo esemplare il rapporto massicciamente interattivo tra tori e uke. In seguito ha dedicato particolare attenzione all’itsutsu-no-kata 五の形 dove la bellezza estetica e semiotica del kata si è condensata nell’espressione usata per descrivere il 5° principio:

«immaginate che le vostre mani abbraccino il mondo intero»

Ovvero, l’enucleazione della forma dalla prospettiva del jita-kyo’ei 自他共栄.

Impossibile non segnalare, tra gli insegnanti della Shirō Saigō, il maestro Munenori Shiigi, Dai Shihan della Katori Shintō-ryū jūjutsu e 7° dan Kōdōkan, nonché eminente filosofo dello shu-ha-ri 守破離. Magari un futuro studio del suo stile e della sua opera apporterà un irrefutabile beneficio alle nostre coscienze ancora così acerbe e bisognose di conoscenza.

Ancora una volta bisogna ringraziare la maestra Mafalda Chiaro che con la sua fitta rete di amicizie acquisita in tanti anni di stages e seminari in giro per l’Italia, mi ha presentato l’esimio maestro Moscato, gentilissimo d’animo e modi, con il quale inoltre avremo il piacere di rincontrarci a Tōkyō.

Luca Stornaiuolo

Arbitro Nazionale Coni-Fijlkam di 1ª categoria, 4° dan di jūdō, allievo del maestro Raffaele Parlati 7° dan della Nippon Club Napoli, membro della Rappresentativa Campana dal 1999 al 2003 e di Kata dal 2008 al 2012. Diplomato al Kōdōkan di Tōkyō in jū-no-kata e Kōdōkan-goshin-jutsu. Ingegnere informatico, lavora come Senior Software Engineer. Autore del libro "Jū no Kokoro - Le mie ricerche di jūdō - Vol.1".

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